lunedì 13 agosto 2018
mercoledì 18 luglio 2018
le "portatrici carniche"
le
"portatrici carniche" sono le donne della Carnia che
accolsero la richiesta del Comando Logistico, durante la prima guerra
mondiale, di trasportare in montagna, al fronte, rifornimenti. Gli
uomini erano stati arruolati, 'erano rimaste loro, i vecchi e i
bambini. Così, con le loro misere gerle ogni giorno , donne dai 16
ai 60 anni, all'alba cominciavano la loro marcia estenuante, che
durava dalle due alle quattro ore, e che superava dislivelli dai 600
ai 1200 metri. Trasportavano viveri, armi, medicinali e materiali
vari... affondavano nella neve, sfuggivano ai cecchini austriaci e al
ritorno spesso trasportavano un ferito in barella... poi, tornate a
casa, si occupavano dei bambini, dei vecchi, dell'orto, del
campicello, della stalla, degli animali…di tutte le indispensabili
e faticose occupazioni quotidiane e l'indomani di
nuovo....riprendevano il cammino su’… su’ ….verso la
montagna….. Costituirono un vero e proprio corpo speciale, furono
dotate di un bracciale rosso, di un libretto dove segnare tutte le
operazioni, specificando ogni particolare e fu loro assegnato un dato
reparto da rifornire. Verso la fine della guerra furono impiegate
come serventi alle artiglierie e dotate persino d'un fucile... e per
tutto questo esse ricevevano come compenso per ogni viaggio 1,50
centesimi, che veniva dato loro mensilmente.
Di esse Maria Plozner Mentil giovane madre di 32 anni con quattro figli ed un marito al fronte, venne uccisa da un cecchino austriaco mentre era giunta col suo carico alla Casera Malpasso in alta montagna. Nel 1955 venne intestata a suo nome la Caserma degli Alpini di Paluzza .
Di esse Maria Plozner Mentil giovane madre di 32 anni con quattro figli ed un marito al fronte, venne uccisa da un cecchino austriaco mentre era giunta col suo carico alla Casera Malpasso in alta montagna. Nel 1955 venne intestata a suo nome la Caserma degli Alpini di Paluzza .
Donne,
spinte dalla miseria e dalla disperazione? oppure donne consapevoli e
forti nella loro dedizione e nell’ amore verso figli, sposi,
fratelli, padri... verso tutti coloro che in trincea vivevano una
vita ancor più dura della propria? quella vita dura, cui esse erano
avvezze e che, con la pronta e generosa risposta alle necessità
imposte dalla guerra, crudele e spietata, non esitarono a rendere
ancor più dura ? e più onesta! consumata nel silenzio e nella
dignità, nella povertà di chi dell’anima possiede tutte le
ricchezze, nell’eroismo celebrato da pochi ma sconosciuto ai più,
nell’esercizio quotidiano della volontà che né la fredda neve né
gli spari dei cecchini riuscirono ad arrestare.
lia de vecchi
martedì 10 luglio 2018
lunedì 30 aprile 2018
L'enigma di Kaspar Houser, chiamato
"Il fanciullo d'Europa", non ha mai smesso di affascinare; su di lui
sono stati scritti più di 3.000 libri e 14.000 articoli, sono state realizzate
anche due pellicole cinematografiche e numerose pièce teatrali.
Il 26 maggio 1828 compare
all'improvviso in una piazza di Norimberga, un ragazzo dall'età all'incirca di
16 anni, che sapeva dire solo pochissime parole, tra cui il proprio nome, o
almeno quello che lui credeva fosse il suo.
Poteva nutrirsi solo a pane ed
acqua, non conosceva l'uso delle posate; ogni impressione sensoriale gli
procurava una reazione violenta e dolorosa... anche gli alberi e la natura in
genere, vedeva benissimo di notte, anche gli accostamenti più difficili, e molte
altre rare anomalie... Destava la curiosità di tutti che volevano vederlo,
toccarlo... poi addirittura ci fu una folla di gente che andò a trovarlo ,
portandogli regali di ogni genere e suscitando la sua vanità.....dopo varie
vicende, durante le quali Kaspar cominciò ad imparare la quasi normalità della
vita quotidiana, attraverso l'amore e la dedizione di varie persone, a cominciare
dal suo carceriere e della sua famiglia (perché fu anche messo in carcere... fu fatto
lavorare in un circo quasi fenomeno da baraccone...) finalmente fu affidato
alle cure del prof. Daumer, uno stimato insegnante della città.
Stupisce enormemente il modo in
cui Kaspar in pochi mesi abbia imparato a leggere e scrivere, ad occuparsi di
musica.... e d'altro, manifestando, a 20 anni, uno spirito di sensibilità ed
intelligenza assai elevate.
Bellissima la sua biografia !
Era di natura gentile e di
completa innocenza e purezza morale....
Egli poté ritrovare la
consapevolezza di sé e ricostruire la sua storia: aveva passato dalla
primissima infanzia fino a 16 anni , l'anno in cui qualcuno lo liberò, la sua
vita in una cella buia, dal tetto così basso che non poté mai per tutto quel
tempo raddrizzarsi in piedi ed assumere la posizione eretta. ( L’impossibilità di assumere la posizione
eretta voleva impedirgli l’assunzione della coscienza dell’io. Ma i fatti dimostrarono che, nel suo caso, non
appena egli fu sollecitato dalle cure di chi di lui si occupò, il tentativo di
impedirgli tale assunzione stava fallendo.) Il solo contatto umano era costituito da un
uomo che gli portava pane e acqua, lo puliva, gli tagliava unghie e capelli...
l'unico oggetto che possedeva era un cavalluccio di legno che gli era stato
donato nella sua cella da piccolo.
Kaspar fu poi tolto dalle felici
mani del prof. Daumer e passò da un egregio signore all'altro: un barone, un
ricco uomo d'affari, un austero maestro di scuola, un ambiguo lord, fino a
quando, il 14 dicembre 1833, nel parco di Ansbach, venne pugnalato da uno
sconosciuto e morì tre giorni dopo. Fu sepolto nel cimitero della cittadina
bavarese.
L'attentato, per mano di un
ignoto, fece crescere molti sospetti ch'egli fosse vittima di una cospirazione.
La cosa che fece e che fa ancora
stupire persino la scienza è che, pugnalato al cuore, Kaspar sia sopravissuto
per 15 giorni ancora.
Commuove la testimonianza del
prete che lo assistette prima della morte, il quale ha dichiarato che Kaspar, fino alla fine, ha avuto parole di pace e d'amore e di perdono
per tutto il mondo!
Per alcuni Kaspar fu un fenomeno
vivente, per altri un impostore, per qualcuno un rampollo principe del Baden,
vittima sacrificale di intrighi dinastici. Anselm von Feuerbach (1775-1833),
giurista fautore del principio nulla poena sine lege, se ne occupa nel suo
libro omonimo, accogliendo la seconda ipotesi, che gli studi successivi
riconoscono.
Rudolf Steiner, durante la sua
intensa attività di conferenziere, ebbe a toccare anche lui questo argomento:
egli ci parla di un principe destinato ad introdurre nel sud della Germania
quella tripartizione sociale che si sarebbe diramata in tutta Europa ed avrebbe
creato le condizioni di un sano processo storico, impedendo i mali tremendi
vissuti dall'umanità nel '900, ed oggi ancor presenti. Correnti esoteriche
negative che sapevano ciò e ne volevano impedire la realizzazione misero in piedi
il diabolico piano: rapire e sostituire il principe in fasce sottoporlo alla
condizione che non favorisce lo sviluppo dell'io, ossia la forzata posizione
non verticale, liberarlo quando ormai ritenuto, dal proprio punto di vista
ovviamente, innocuo.
Ma quando la personalità
fortissima del principe sta ricostruendosi, non si trova altro modo per
liberarsene che farlo fuori.
Nei giardini dove fu accoltellato gli fu eretto in seguito un monumento,
con una lapide che recita: "HIC OCCULTUS OCCULTO OCCISUS EST"
("QUI UN TIPO MISTERIOSO FU UCCISO IN MODO MISTERIOS O").
" Rudolf Steiner : «L'individualità che è stata chiamata a celarsi sotto il velo di Kaspar Hauser è un essere che ha esercitato un'azione ispiratrice sulle attività dei Rosacroce fin dall'inizio e che, in seguito, si è incarnato il 29 settembre 1812 come figlio del granduca Karl di Baden. Egli aveva un'importante missione da compiere nel quadro del Cristianesimo esoterico».
L'antroposofo Peter Tradowsky, afferma che una congregazione, presumibilmente appartenente ai gesuiti, impedì il climax epocale sperato producendo così "un'anomalia" nel corso della storia dell'umanità: questa anomalia ebbe come risultato la tragedia dei campi di sterminio nazisti.
Al di là di queste disquisizioni è interessante ricordare come, dopo tre giorni di agonia, Kaspar morì pronunciando la frase: «Il mostro è divenuto troppo grande per me».".
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