Erma marmorea nei Musei Vaticani, copia romana da originale greco del V secolo a.C.
Aspasia
Aspasia è una di
quelle personalità femminili del mondo antico di cui ci giungono
poche notizie e, queste stesse, alquanto discordanti.
Non sempre,
infatti, se ci si riferisce ad una donna di fascino e d'ingegno
insieme, si è completamente obiettivi, tentendo invece o a denigrare
o ad esaltare.
Ma qui si tratta,
e in questo la tradizione è concorde, di un'individualità che,
indipendentemente dai giudizi unilaterali, ebbe un ruolo culturale
di grande importanza nell'Atene del quinto secolo a.C.
Aspasia era una
donna ionia, proveniva da Mileto, e visse all'incirca tra il 470 enil
400 a.C. La sua vita si svolse ad Atene, dove conobbe Pericle e con
lui intrecciò un legame sentimentale, da cui nacque un figlio.
Di Aspasia si
vuole, qui, ricordare essenzialmente l'ingegno e la grande cultura.
Lo stesso Plutarco, seppure a posteriori, mette di lei in rilievo
piuttosto il fascino intellettuale che esercitò sullo stesso
Pericle, per le sue vaste conoscenze, la saggezza e la competenza
politica.
Taluni
tramandano che Pericle abbia divorziaro per sposare Aspasia, altri lo
ritengono improbabile per il fatto che lo stratega aveva appena
varato una legge che proibiva i matrimoni con stranieri. Ma è certo
che i due convissero e che Pericle concesse il divorzio alla moglie,
restituendole la propria libertà.
Per alcuni,
Aspasia faceva parte di quella classe di etere che rifiutavano il
matrimonio in quanto condizione limitante delle libertà, con i suoi
vincoli familiari e con le sue limitazioni sociali, scegliendo invece
unioni non legalizzate che consentivano loro di godere delle stesse
libertà degli uomini e soprattutto degli stessi interessi culturali.
Aristofane, che
fu sempre nemico di Pericle, descrive Aspasia come una cortigiana di
Mileto venuta ad Atene per aprirvi un lussuoso ritrovo. E a lei
attribuisce la causa del dissidio, tra la stessa Atene e Megara, che
sfociò nella guerra del Peloponneso: Pericle avrebbe ceduto alle
richieste di Aspasia che punisse i Megalesi, rei di averle rapito
delle fanciulle.
Ma Aristofane fu
un commediografo, non uno storico.
Invece, venuta ad
Atene, Aspasia aprì una scuola di retorica e di filosofia, cui
parteciparono spose e fanciulle di ottima famiglia, che gli stessi
mariti e gli stessi padri vi conducevano a frequentare i corsi da lei
tenuti. E non pochi furono gli uomini d'ingegno dell'epoca che
assistettero alle sue lezioni: si fanno i nomi dello stesso Pericle,
di Socrate, forse anche di Anassagora, Euripide, Alcibiade e il
grande scultore Fidia!
Socrate, che era
ammirato della sua eloquenza, dichiara di aver appreso proprio da lei
quest'arte e a lei attribuisce le parole del l'elogio funebre che
Pericle pronunciò per le vittime della guerra del Peloponneso
Di fatto, Aspasia
fu la stimolatrice di scambi culturali e fece della sua stessa casa
una sorta di salotto come quelli settecenteschi in cui si discuteva
di letteratura, filosofia, scienza, politica, una fucina di idee e un
centro di insegnamento. Lei stessa fu si potrebbe dirla “regina
senza corona” , esempio di libertà intellettuale e morale per le
donne ateniesi.
© rosalia de vecchi
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