lunedì 30 giugno 2014

Sihem Habchi, fondatrice a Parigi la “Maison de la mixitè”


Nata a Costantine, in Algeria, il 9 maggio 1975, Sihem Habchi, emigrò in Francia con la famiglia, dove ha completato i suoi studi nel 2001, avendo ottenuto la laurea nella prestigiosa Università Pierre e Marie Curie di Parigi, considerata la prima università nell'ambito degli studi medico scientifici e della ricerca. Così Sihem ha concluso il suo percorso culturale, che dagli studi classico linguistici l'ha portata poi ad ottenere la specializzazione in « Chef de projet multimédia - Ingénierie de formation »! Per un certo tempo Sihem Habchi ha insegnato lingue e soprattutto francese alle donne straniere per il loro inserimento linguistico e l'integrazione sociale; poi ha concentrato il suo interesse e la sua attenzione ai bambini , occupandosi prevalentemente di problematiche connesse con la pedagogia.

Quando, nel marzo del 2003, fu organizzata la "Marcia delle donne contro la ghettizzazione e per l'uguaglianza", lei vi ebbe un ruolo decisivo, poichè fece parte del gruppo dei sette giovani che, partiti da Vitry-sur-Seine, attraversarono ventitré centri abitati e intervistarono il pubblico sulle reali condizioni femminili nella loro società. Una tragica vicenda aveva di recente scosso gli animi dei Francesi: a Vitry-sur-Seine, il 4 ottobre 2002, la giovane diciassettenne Sohane Benziane era stata trovata gravemente ustionata e due ore dopo moriva in ospedale. Cosparsa di essenze infiammabili da un giovane diciannovenne, era stata poi fatta bruciare per un atto punitivo a causa del comportamento indipendente e "antimaschilista" dimostrato dalla giovinetta. Le volevo fare paura, diceva il suo "carnefice", non volevo ucciderla. Ma l'evento criminoso e terribile si era consumato!

In memoria di Sohane Benziane « La marche des femmes des quartiers contre les ghettos et pour l’égalité » si volle farla cominciare da Vitrey-sur-Seine, la si condusse attraverso tutta la Francia nel mese di febbraio ed infine la si concluse con la grande manifestazione nazionale dell'8 marzo 2003 ( più di 20 mila persone per le vie di Parigi, a sostegno del movimento!), che consacrò la nascita del movimento "Ni putes ni soumises".

Sihem Habchi, divenuta ormai agli occhi di molti un' "agitatrice" per la sua lotta contro ogni genere di discriminazione e guardata con sospetto se non addirittura "marchiata a fuoco" in paesi quali l'Algeria, sua patria di origine, l'Arabia Saudita, l'Afghanistan, il Marocco..., ma anche dai numerosi nuclei di immigrati di cultura musulmana in territorio francese, dove le donne sono ancora troppo vessate nel corpo e nello spirito, è stata lei stessa vittima del dominio del genere maschile, come testimoniano le ustioni che porta ancora sul suo corpo, procuratele dal fidanzato respinto, il quale peraltro è stato condannato dal tribunale francese a 20 anni di reclusione.

E nonostante tutto questo o se il Marocco ha censurato il movimento cui lei ha dato vita, in quanto ritenuto, secondo quanto dichiarato dal ministro dell'interno Benmoussa, “non conforme all'approccio adottato dal Paese nell'affrontare le problematiche collegate alla situazione femminile" lei certo non si è mai fermata: daal 12 luglio al 31 agosto 2003 ha organizzato l'esposizione di 14 volti femminili a voler significare l'uguaglianza e la fratellanza: volti di donna

" black blanc beur " innalzati a simbolo. Ha compilato una guida di regole del rispetto; ne sono state vendute circa 100.000.

Divenuta vicepresidente del movimento, ha curato ed organizzato moltissime riunioni pubbliche sul dibattito sulla laicità e ampliato in breve tempo la sfera del movimento, rendendolo internazionale con la partecipazione di gruppi sempre più numerosi da vari paesi, compresi quelli che la osteggiano. E, nonostante ancora il mondo sia "sordo" a questi appelli di emancipazione, bisogna dire che qualche effetto cominc ia a sentirsi, se pensiamo ad esempio alla prima donna ministro in Arabia Saudita! Ha partecipato a numerose conferenze internazionali e l' 8 mars 2005 ha lanciato un appello per una nuova lotta femminile volta a promuovere l'uguaglianza, la laicità e la mescolanza al fine di promuovere una reale emancipazione individuale. Questo appello vuol essere anche una denuncia del pericolo, di cui Sihem si è ben resa conto, di cadere sia nel comunitarismo culturale sia nel particolarismo culturale, che del primo è alleato.

Nel 2006 insieme al Presidente Chirac Sihem ha fondato a Parigi la “Maison de la mixitè” (la “casa della promiscuità”), simbolo dell’unione di uomini e donne francesi e musulmani.

Nel 2007 il movimento ha ottenuto lo statuto consultativo all'ONU, cosa che ovviamente lo rende interlocutore di un organismo internazionale di grande importanza.

Quando nel 2007 la signora Fadela Amara, Presidente del movimento, divenne segretaria di Stato, Sihem Habchi ne prese il posto e partì immediatamente per il Pakistan a sostenere l'ex ministro Nilofar Bakhtiar, minacciata di pena di morte. E da quel momento non ha mai smesso di essere al fianco di donne vittime dell'ottusità morale del mondo, per sostenerle e difenderle.

Oggi, Parigi, 25 nov - Portare la gonna e' un ''atto militante'' dichiara Sihem Habchi, ''Tutte con la gonna'', nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra oggi". gonna oggi diventa simbolo di lotta a difesa delle donne. E questa sera, con la partecipazione di alcune attrici francesi si terrà un'asta delle "gonne celebri". Il ricavato dell'asta servirà a dare una casa temporanea alle vittime delle violenze domestiche, in attesa che ritrovino un tetto sicuro.


di rosalia de vecchi





commento alla prima edizione del blog, che ho piacere di riportare qui:
Bianca Maria Rizzoli ha detto...
Molto ben fatto e molto interessante Rosalia. Confermo la mia ammirazione per il coraggio di questa fortissima giovane donna. Sottolineo che un movimento come il suo ha molte più possibilità di attecchire in Francia, nazione laica per eccellenza, che in Italia, dove la Chiesa cattolica pratica essa stessa un forte maschilismo gerarchico, con l'esclusione delle donne dal sacerdozio. E dove nel parlamento la minoranza femminile la dice lunga sulla difficoltà del nostro sesso ad accedere a cariche importanti. Siamo ancora indietro per una figura come quella di Sihem Habchi.
 
 

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