Nata
a Costantine, in Algeria, il 9 maggio 1975, Sihem Habchi, emigrò in
Francia con la famiglia, dove ha completato i suoi studi nel 2001,
avendo ottenuto la laurea nella prestigiosa Università Pierre e
Marie Curie di Parigi, considerata la prima università nell'ambito
degli studi medico scientifici e della ricerca. Così Sihem ha
concluso il suo percorso culturale, che dagli studi classico
linguistici l'ha portata poi ad ottenere la specializzazione in «
Chef de projet multimédia - Ingénierie de formation »! Per un
certo tempo Sihem Habchi ha insegnato lingue e soprattutto francese
alle donne straniere per il loro inserimento linguistico e
l'integrazione sociale; poi ha concentrato il suo interesse e la sua
attenzione ai bambini , occupandosi prevalentemente di problematiche
connesse con la pedagogia.
Quando,
nel marzo del 2003, fu organizzata la "Marcia delle donne contro
la ghettizzazione e per l'uguaglianza", lei vi ebbe un ruolo
decisivo, poichè fece parte del gruppo dei sette giovani che,
partiti da Vitry-sur-Seine, attraversarono ventitré centri abitati e
intervistarono il pubblico sulle reali condizioni femminili nella
loro società. Una tragica vicenda aveva di recente scosso gli animi
dei Francesi: a Vitry-sur-Seine, il 4 ottobre 2002, la giovane
diciassettenne Sohane Benziane era stata trovata gravemente ustionata
e due ore dopo moriva in ospedale. Cosparsa di essenze infiammabili
da un giovane diciannovenne, era stata poi fatta bruciare per un atto
punitivo a causa del comportamento indipendente e "antimaschilista"
dimostrato dalla giovinetta. Le volevo fare paura, diceva il suo
"carnefice", non volevo ucciderla. Ma l'evento criminoso e
terribile si era consumato!
In
memoria di Sohane Benziane « La marche des femmes des quartiers
contre les ghettos et pour l’égalité » si volle farla cominciare
da Vitrey-sur-Seine, la si condusse attraverso tutta la Francia nel
mese di febbraio ed infine la si concluse con la grande
manifestazione nazionale dell'8 marzo 2003 ( più di 20 mila persone
per le vie di Parigi, a sostegno del movimento!), che consacrò la
nascita del movimento "Ni putes ni soumises".
Sihem
Habchi, divenuta ormai agli occhi di molti un' "agitatrice"
per la sua lotta contro ogni genere di discriminazione e guardata con
sospetto se non addirittura "marchiata a fuoco" in paesi
quali l'Algeria, sua patria di origine, l'Arabia Saudita,
l'Afghanistan, il Marocco..., ma anche dai numerosi nuclei di
immigrati di cultura musulmana in territorio francese, dove le donne
sono ancora troppo vessate nel corpo e nello spirito, è stata lei
stessa vittima del dominio del genere maschile, come testimoniano le
ustioni che porta ancora sul suo corpo, procuratele dal fidanzato
respinto, il quale peraltro è stato condannato dal tribunale
francese a 20 anni di reclusione.
E
nonostante tutto questo o se il Marocco ha censurato il movimento cui
lei ha dato vita, in quanto ritenuto, secondo quanto dichiarato dal
ministro dell'interno Benmoussa, “non conforme all'approccio
adottato dal Paese nell'affrontare le problematiche collegate alla
situazione femminile" lei certo non si è mai fermata: daal 12
luglio al 31 agosto 2003 ha organizzato l'esposizione di 14 volti
femminili a voler significare l'uguaglianza e la fratellanza: volti
di donna
"
black blanc beur " innalzati a simbolo. Ha compilato una guida
di regole del rispetto; ne sono state vendute circa 100.000.
Divenuta
vicepresidente del movimento, ha curato ed organizzato moltissime
riunioni pubbliche sul dibattito sulla laicità e ampliato in breve
tempo la sfera del movimento, rendendolo internazionale con la
partecipazione di gruppi sempre più numerosi da vari paesi, compresi
quelli che la osteggiano. E, nonostante ancora il mondo sia "sordo"
a questi appelli di emancipazione, bisogna dire che qualche effetto
cominc ia a sentirsi, se pensiamo ad esempio alla prima donna
ministro in Arabia Saudita! Ha partecipato a numerose conferenze
internazionali e l' 8 mars 2005 ha lanciato un appello per una nuova
lotta femminile volta a promuovere l'uguaglianza, la laicità e la
mescolanza al fine di promuovere una reale emancipazione individuale.
Questo appello vuol essere anche una denuncia del pericolo, di cui
Sihem si è ben resa conto, di cadere sia nel comunitarismo culturale
sia nel particolarismo culturale, che del primo è alleato.
Nel
2006 insieme al Presidente Chirac Sihem ha fondato a Parigi la
“Maison de la mixitè” (la “casa della promiscuità”),
simbolo dell’unione di uomini e donne francesi e musulmani.
Nel
2007 il movimento ha ottenuto lo statuto consultativo all'ONU, cosa
che ovviamente lo rende interlocutore di un organismo internazionale
di grande importanza.
Quando
nel 2007 la signora Fadela Amara, Presidente del movimento, divenne
segretaria di Stato, Sihem Habchi ne prese il posto e partì
immediatamente per il Pakistan a sostenere l'ex ministro Nilofar
Bakhtiar, minacciata di pena di morte. E da quel momento non ha mai
smesso di essere al fianco di donne vittime dell'ottusità morale del
mondo, per sostenerle e difenderle.
Oggi,
Parigi, 25 nov - Portare la gonna
e' un ''atto militante'' dichiara Sihem Habchi, ''Tutte con la
gonna'',
nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra
oggi". gonna oggi diventa simbolo di lotta a difesa delle donne.
E questa sera, con la partecipazione di alcune attrici francesi si
terrà un'asta delle "gonne celebri". Il ricavato dell'asta
servirà a dare una casa temporanea alle vittime delle violenze
domestiche, in attesa che ritrovino un tetto sicuro.
di rosalia de vecchi
Bianca
Maria Rizzoli ha detto...
Molto ben fatto e molto interessante Rosalia.
Confermo la mia ammirazione per il coraggio di questa fortissima giovane donna.
Sottolineo che un movimento come il suo ha molte più possibilità di attecchire
in Francia, nazione laica per eccellenza, che in Italia, dove la Chiesa
cattolica pratica essa stessa un forte maschilismo gerarchico, con l'esclusione
delle donne dal sacerdozio. E dove nel parlamento la minoranza femminile la
dice lunga sulla difficoltà del nostro sesso ad accedere a cariche importanti.
Siamo ancora indietro per una figura come quella di Sihem Habchi.
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