Il pittore Auguste Eugene Leray è l'autore di questo dipinto di Sophie a 14 anni
Sophie
Germain
Sophie Germain si colloca nel gruppo delle grandi matematiche
della storia del passato ed il suo nome è da accostare, per l'importanza ed il
valore degli studi da lei condotti, a quello di altre eminenti personalità
femminili, che si sono distinte nel
campo scientifico-matematico, quali la stessa Ipazia, Maria Gaetana Agnesi,
Laura Bassi, Emilie du Chatelet, Sofia Vasilyevna Kovalevskaya.
Nata a Parigi il 1° aprile del 1776 da famiglia ricca e
all'avanguardia per i suoi ideali di libertà, Sophie è ricordata ancor oggi non
solo per il contributo dato all'evoluzione degli studi matematici, ma anche
come simbolo significativo della lotta femminista per l'abbattimento dei
pregiudizi e degli ostacoli socio-culturali nei confronti della donna e della
sua carriera professionale.
E' sempre molto interessante, quando si affronta la conoscenza
dell'iter biografico di un'individualità, poter rilevare alcuni significativi
rapporti esistenti tra la realizzazione del destino di questa e gli influssi
derivanti dall'ambiente di formazione. Così, anche nel caso di Sophie, non è
irrilevante che il padre, ricco commerciante, divenuto poi direttore della
Banca di Francia e pertanto appartenente a quella classe borghese che, con la
rivoluzione, volle far valere i propri diritti civili e politici, sia stato un
rappresentante del Terzo Stato nell'Assemblea Costituente del 1789. Lei,
infatti, animata dal medesimo spirito combattivo, lottò per parecchi anni prima
di riuscire a veder riconosciuti i suoi talenti matematici all'interno delle
istituzioni. E come altre donne della sua epoca perseguì il suo fine senza che
alcuna esitazione ne frenasse l'impeto , senza che niente costituisse un
ostacolo insormontabile al suo successo. La sua "Bastiglia" da
espugnare furono gli ambienti accademici, per introdursi nei quali dovette
persino fingersi uomo ed usare uno pseudonimo maschile, quello di
Antoine-August Le Blanc.
Sophie aveva 13 anni , quando scoppiò la rivoluzione e fu proprio quello stesso anno che scoprì la sua passione per la matematica. Come spesso accade, talvolta è un incontro che risveglia quanto giace nella nostra interiorità. Per Sophie l'incontro decisivo fu la lettura del racconto di Plutarco, contenuto in un libro per ragazzi, della morte di Archimede, durante l'assedio di Siracusa: « Ad un tratto entrò nella stanza un soldato e gli ordinò di andare con lui da Marcello. Archimede rispose che sarebbe andato dopo aver risolto il problema e messa in ordine la dimostrazione. Il soldato si adirò, sguainò la spada e lo uccise. ». Sophie ne fu molto colpita, poiché pensava quanto grande dovesse essere stata la passione dello scienziato per la matematica da non avergli fatto badare a salvare la vita!
Sophie aveva 13 anni , quando scoppiò la rivoluzione e fu proprio quello stesso anno che scoprì la sua passione per la matematica. Come spesso accade, talvolta è un incontro che risveglia quanto giace nella nostra interiorità. Per Sophie l'incontro decisivo fu la lettura del racconto di Plutarco, contenuto in un libro per ragazzi, della morte di Archimede, durante l'assedio di Siracusa: « Ad un tratto entrò nella stanza un soldato e gli ordinò di andare con lui da Marcello. Archimede rispose che sarebbe andato dopo aver risolto il problema e messa in ordine la dimostrazione. Il soldato si adirò, sguainò la spada e lo uccise. ». Sophie ne fu molto colpita, poiché pensava quanto grande dovesse essere stata la passione dello scienziato per la matematica da non avergli fatto badare a salvare la vita!
Da quel momento Sophie cominciò a studiare matematica, dapprima
da sola, poi sotto la guida di maestri, i cui metodi però lei stessa riteneva
inadeguati alle sue esigenze conoscitive, che non si limitavano certo a quelle
di una comune signorina di buona famiglia! Lei affrontava già la lettura
diretta delle opere di Newton e di altri matematici, opere che poteva reperire
da sé nella biblioteca paterna.
Sophie era ormai giunta al
punto di aver necessità di percorrere un iter di formazione superiore degli
studi matematici e perciò doveva ad ogni costo abbattere ogni ostacolo si
sovrapponesse a questa sua necessità: la scuola superiore di studi
scientifico-matematici da pochi anni aperta a Parigi che lei avrebbe voluto
frequentare non ammetteva l'ingresso alle donne, per cui decise d'iscriversi
sotto pseudonimo maschile e così, pur non potendo frequentare i corsi, ottenne
di poter avere e studiare le dispense. Dopo un certo tempo, fu notata per la
qualità del suo lavoro, dall'eminente professor Lagrange, il quale, fortunatamente,
non smise di apprezzarlo, quando lei dovette rivelargli la sua vera identità.
Questo evento fu una nuova svolta nella sua vita di studiosa, poiché, sostenuta
dal professor Lagrange, Sophie intraprese gli studi più complessi della teoria
dei numeri. Aveva 18 anni quando iniziò questo lavoro che l'avrebbe portata a
individuare il "numero primo di Sophie Germain" e che ancor oggi
viene ritenuto il più importante dei suoi studi, insieme a quello sulla teoria
dell'elasticità. In quello stesso periodo diede inizio al suo carteggio con
Friedrich Gauss ed anche questa volta volle usare lo pseudonimo maschile, per
esser certa di essere presa in seria considerazione dal prestigioso matematico.
Si preoccupò di Gauss quando Napoleone entrò in Prussia e lo raccomandò ad un
amico di famiglia, un generale, che "vegliasse" su di lui, e più
tardi, quando finì per rivelare anche a lui la sua vera identità, ancora una
volta fu sorpresa nel riceverne apprezzamenti ed incoraggiamenti. Il carteggio
si concluse quando il matematico, ricevuta la cattedra di astronomia
all'Università di Gottingen, forse perché troppo impegnato in altri campi di
ricerca, non rispose più alle sue lettere e lei, non più sostenuta nelle sue
ricerche sulla teoria dei numeri dallo scambio con lo studioso, abbandonò
questo campo e si dedicò ad altro.
In quei primi anni dell'ottocento il fisico tedesco Ernst
Florens Friedrich Chladni portava avanti il suo interessantissimo lavoro sulle
lastre vibranti e incontrava anche lo stesso Napoleone, al cospetto del quale
dava luogo alle sue affascinanti dimostrazioni sulle vibrazioni impartite a
lastre di vetro ricoperte di sabbia finissima. L'Accademia delle Scienze
indisse un concorso per cercarne una spiegazione e Napoleone avrebbe offerto un
premio in denaro. Sophie vi partecipò tre volte e mentre le prime due volte i
suoi calcoli contenevano alcune imperfezioni, per cui non le venne mai
riconosciuto il lavoro, infine la terza volta ottenne il riconoscimento.
Tuttavia non volle presentarsi alla premiazione, poiché riteneva, dopo il
trattamento ricevuto nelle due prime esperienze, un non apprezzamento adeguato
al merito. Il suo lavoro sull'argomento, Memoria sulle vibrazioni delle piastre
elastiche, è considerato un testo di grande valore. Sophie avrebbe voluto
continuare le ricerche in questa direzione, ma la commissione dell'Istituto di
Francia non volle nemmeno prendere in considerazione il suo articolo, presa
com'era dalla presenza al suo interno di studiosi quali lo stesso Laplace!
L'articolo fu scoperto più tardi e fu pubblicato nel 1880.
Sophie aveva però vinto, alla terza prova, l'ambito concorso che
la riconobbe, a soli 40 anni, una delle grandi matematiche del suo tempo! E,
unica donna, venne accolta all'Accademia delle Scienze, dove poteva frequentare
a suo piacimento le varie sessioni. A quel tempo un tal privilegio era
riservato soltanto alle mogli degli scienziati che facevano parte
dell'Accademia.
Questa donna, questa studiosa, questa matematica, anch'essa
destinata, come Sofia Vasilyevna Kovalevskaya ad una breve vita, morì nel
giugno del 1831 a Parigi per un tumore. Non si era mai sposata, il padre non
aveva infatti "manovrato" la sua esistenza!
I suoi lavori di filosofia della scienza piacquero a Comte.
Anche col suo nome fu ribattezzato un luogo del cielo,
individuato in un cratere di Venere!
© rosalia de vecchi
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