giovedì 12 maggio 2016

Aspasia


Erma marmorea nei Musei Vaticani, copia romana da originale greco del V secolo a.C.



Aspasia
Aspasia è una di quelle personalità femminili del mondo antico di cui ci giungono poche notizie e, queste stesse, alquanto discordanti.
Non sempre, infatti, se ci si riferisce ad una donna di fascino e d'ingegno insieme, si è completamente obiettivi, tentendo invece o a denigrare o ad esaltare.
Ma qui si tratta, e in questo la tradizione è concorde, di un'individualità che, indipendentemente dai giudizi unilaterali, ebbe un ruolo culturale di grande importanza nell'Atene del quinto secolo a.C.
Aspasia era una donna ionia, proveniva da Mileto, e visse all'incirca tra il 470 enil 400 a.C. La sua vita si svolse ad Atene, dove conobbe Pericle e con lui intrecciò un legame sentimentale, da cui nacque un figlio.
Di Aspasia si vuole, qui, ricordare essenzialmente l'ingegno e la grande cultura. Lo stesso Plutarco, seppure a posteriori, mette di lei in rilievo piuttosto il fascino intellettuale che esercitò sullo stesso Pericle, per le sue vaste conoscenze, la saggezza e la competenza politica.
Taluni tramandano che Pericle abbia divorziaro per sposare Aspasia, altri lo ritengono improbabile per il fatto che lo stratega aveva appena varato una legge che proibiva i matrimoni con stranieri. Ma è certo che i due convissero e che Pericle concesse il divorzio alla moglie, restituendole la propria libertà.
Per alcuni, Aspasia faceva parte di quella classe di etere che rifiutavano il matrimonio in quanto condizione limitante delle libertà, con i suoi vincoli familiari e con le sue limitazioni sociali, scegliendo invece unioni non legalizzate che consentivano loro di godere delle stesse libertà degli uomini e soprattutto degli stessi interessi culturali.
Aristofane, che fu sempre nemico di Pericle, descrive Aspasia come una cortigiana di Mileto venuta ad Atene per aprirvi un lussuoso ritrovo. E a lei attribuisce la causa del dissidio, tra la stessa Atene e Megara, che sfociò nella guerra del Peloponneso: Pericle avrebbe ceduto alle richieste di Aspasia che punisse i Megalesi, rei di averle rapito delle fanciulle.
Ma Aristofane fu un commediografo, non uno storico.
Invece, venuta ad Atene, Aspasia aprì una scuola di retorica e di filosofia, cui parteciparono spose e fanciulle di ottima famiglia, che gli stessi mariti e gli stessi padri vi conducevano a frequentare i corsi da lei tenuti. E non pochi furono gli uomini d'ingegno dell'epoca che assistettero alle sue lezioni: si fanno i nomi dello stesso Pericle, di Socrate, forse anche di Anassagora, Euripide, Alcibiade e il grande scultore Fidia!
Socrate, che era ammirato della sua eloquenza, dichiara di aver appreso proprio da lei quest'arte e a lei attribuisce le parole del l'elogio funebre che Pericle pronunciò per le vittime della guerra del Peloponneso


Di fatto, Aspasia fu la stimolatrice di scambi culturali e fece della sua stessa casa una sorta di salotto come quelli settecenteschi in cui si discuteva di letteratura, filosofia, scienza, politica, una fucina di idee e un centro di insegnamento. Lei stessa fu si potrebbe dirla “regina senza corona” , esempio di libertà intellettuale e morale per le donne ateniesi.

© rosalia de vecchi


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