Il
17 luglio dell’anno 1869 nasceva, da nobile famiglia, a Verona,
Elena Da Persico.
Giornalista, scrittrice e
politica italiana, promosse e realizzò opere sociali in difesa e a
favore delle donne; fondò, nel 1921, l'istituto secolare delle
Figlie della Regina degli Apostoli, le cui prime sedi sorsero a
Venezia, Mantova e Trieste e le più recenti si trovano oltre che in
Italia, Francia e Inghilterra, anche in Brasile.
Dotata
di profondità di sentire e di desto intelletto, già molto giovane
conosceva sei lingue. La sua formazione l’abilitava
all’insegnamento elementare, ma volle dedicarsi all’attività
letteraria: scrisse romanzi e collaborò ad alcune riviste. La morte
del padre e le sopraggiunte ristrettezze economiche le imposero di
lavorare per contribuire al mantenimento di se stessa e della
famiglia, ma preferì sempre dedicarsi all’attività giornalistica
e, per necessità, anche a quella di traduttrice dal francese e dal
tedesco. Si rifiutava in modo netto di prendere in considerazione
qualunque proposta di matrimonio le si offrisse e che la madre
sostenesse, cercando di persuaderla a risolvere in questo modo
“tradizionale” i problemi di natura economica. Rispondeva che
avrebbe sposato soltanto un uomo dedito come lei alla soluzione dei
grandi problemi sociali. Nel contempo s’impegnava nello studio di
argomenti filosofico- religiosi fino a decidere, infine, di
consacrare la propria vita a “illuminare “ le coscienze delle
donne e fece anche voto di verginità. Diresse “Azione Muliebre",
il primo periodico cattolico femminile, con il quale cercò di
sensibilizzare ogni singola donna, qualunque fosse la propria
estrazione socio-culturale, l’età e/o la situazione individuale,
all’auto consapevolezza, alla propria formazione culturale e alla
maturazione della coscienza dei propri diritti civili e
dell’importanza fondamentale del proprio ruolo sociale, dalla
famiglia alla scuola, dal lavoro alla politica. Pertanto si prodigò
a favore della difesa dei diritti della donna, combattendo contro lo
sfruttamento del lavoro femminile, partecipando a scioperi e ad
azioni volte a chiedere e a promuovere la riduzione delle ore di
lavoro, la legittimità del riposo festivo e la dignità della giusta
retribuzione. L’attività giornalistica svolta da Elena Da Persico
assume valore anche per ciò che riguarda l’osservazione e
l’analisi della disparità uomo-donna evidenziate nelle varie
situazioni sociali. Uno dei motivi di lotta che costantemente animò
la sua attività fu quello del diritto di voto alle donne. Non
ammetteva compromessi in questo campo, anzi volle iscriversi al
Partito Popolare di Don Luigi Sturzo, il cui programma prevedeva come
uno degli obiettivi principali il voto alle donne, per assumersi in
prima persona anche sul piano politico oltre che giornalistico e
quindi della diffusione delle idee, l’impegno alla difesa e alla
realizzazione di questa equità civile. La sua sincera e profonda
educazione cristiana armonizzò con le sue istanze sociali,
rendendola ancor più sensibile e aperta nei confronti di molti
settori della vita pubblica. Collaborò infatti con la "Società
internazionale per la protezione della giovane" di Friburgo e
partecipò alla prima Settimana Sociale dei cattolici con una propria
relazione dal titolo "La questione femminile in Italia e il
dovere della donna cattolica nei tempi presenti". E’ rilevante
notare che Elena Da Persico non trascurò di difendere la parità
delle donne anche all’interno del movimento cattolico, convinta
come si conviene a chi del cristianesimo comprende e pratica la parte
più vitale, dell’importanza che sia le donne a se stesse che la
società alle donne riconoscano il ruolo indispensabile
dell’assunzione femminile di responsabilità in una società che
tale sia non solo di nome ma nella realtà quotidiana. Per questo
volle anche dedicarsi alla stesura dello Statuto della nascente
unione delle donne cattoliche in Italia, essendo essa stessa tra i
fondatori sia dell’ “Unione femminile cattolica” che dell’
“Unione Popolare Italiana”. Per quanto riguarda l’istituzione
delle Figlie della Regina degli Apostoli, a parte l’aspetto più
propriamente religioso, qui ora si vuole mettere in evidenza
l’operato etico - sociale cui diede vita Elena Da Persico, il
quale, nato da un’ispirazione apostolica e quindi nel suo volersi
configurare come dedizione di sé a servizio dei propri fratelli, di
fatto risponde ad esigenze reali della società, esigenze presenti
nella società del primo novecento ma, malgrado le conquiste
politiche e teoriche ottenute, ancor gravemente presenti
oggi.
Approvate dalla Santa Sede solo l'8
dicembre
del 1954, le Figlie della Regina degli Apostoli nascevano
dall’anelito principale di Elena: la “contemplazione dell’azione
a servizio dei fratelli”, restare cioè in intima unione col
Cristo, vivendo fino in fondo la molteplicità degli impegni,
assumendosene la responsabilità e rinnovando l’agire dentro la
realtà. Accogliendo donna o uomo, vecchio o bambino di qualunque
etnia religione cultura e rispondendo ai reali bisogni di ognuno
l’istituzione, come anche i numerosi Convegni che la "Fondazione
Elena da Persico" ha promosso su tematiche e problemi di grande
attualità, opera non solo per corrispondere ai bisogni umani quali
di volta in volta si presentano ad uno sguardo sensibile ma anche e
soprattutto vuole continuare ad essere agente promotore di sviluppo
sociale e culturale, quale la sua fondatrice ha promosso con il
proprio esempio.Elena Da Persico, che viene anche ricordata come donna di grande signorilità che mai amò alcuna forma di esibizionismo rifuggendone sempre, oggi guardata da ambienti cattolici come degna di beatificazione, morì il 15 luglio 1948 ad Affi in provincia di Verona e nella nostra memoria si colloca, con l’esempio della sua vita e del suo pensiero, nel quadro di valore inestimabile, pur nelle sue poche ma intense e luminose pennellate, che rappresenta le infinite, profonde volontà dell’Io umano quando vibra nella sensibilità dell’animo femminile.
© rosalia de vecchi
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