domenica 6 luglio 2014

Isabella d'Este

 
 
 
 
 
Ritratto di Isabella di Leonardo
 
 
Ritratto di Isabella di Tiziano
 
Il 17 maggio 1474 a Ferrara nasceva Isabella d'Este e solo pochi mesi più tardi, l'8 settembre, a Reggio Emilia, anche lui di nobili natali, nasceva il futuro autore dell'Orlando Furioso, che di Isabella avrebbe detto che non si sarebbe potuto scegliere tra le sue tante doti quale apprezzare di più. Il poeta, l'artista che più incarna l'ideale di equilibrio e di armonia connaturato agli uomini del Rinascimento, al servizio dei due fratelli d'Este, Ippolito prima e Alfonso poi, di Isabella lodò non solo la grazia, la bellezza, l'affabilità, ma anche l'intelligenza, la cultura e il mecenatismo. Ed egli stesso scrisse, infatti, il suo poema avendo come patroni Isabella e il suo consorte Francesco II Gonzaga. Ariosto non fu il solo "grande" ad aver ricevuto l'ospitalità dei Marchesi di Mantova, ma anche Raffaello, Leonardo, Mantegna, Tiziano e musicisti quali Tromboncino e Cara furono chiamati e/o accolti alla corte di Mantova. E non fu l'unico a voler esaltare con la sua opera le nobili eroiche origini dei Marchesi Gonzaga, poiché Bembo , Ariosto e Tasso dedicarono le loro opere ad Isabella, che peraltro collezionò libri ed opere d'arte con intelligenza e con discernimento , come di chi sa studiare ed approfondire e pertanto scegliere e classificare. Nè Ariosto fu l'unico ad elogiare la persona di Isabella. Sono rimaste ancor oggi famose le frasi di apprezzamento su di lei provenienti da più parti, come anche i celebri ritratti che hanno reso per sempre vivo il suo aspetto e lo consegnano ai nostri occhi, quando essi hanno la fortuna di soffermarsi a guardare i tratti eleganti del suo volto e le pieghe raffinate dei suoi abiti. Fu il poeta Niccolò da Correggio, imparentato con la famiglia d'Este e al servizio della stessa, che chiamò Isabella: " La prima donna del mondo" e spesso, infatti, la si ricorda come la Primadonna del Rinascimento. Non certo, questo, tanto per la sua posizione sociale e politica quanto e soprattutto per la sua persona, che, in ogni aspetto della vita che il destino volle assegnarle, incarnò in modo eccellente l'ideale di Perfezione, di Armonia e di Bellezza che ispirava il sentimento e il pensiero rinascimentali, volgendoli alla realizzazione di opere che vi si conformassero. D'altronde Isabella e Francesco riconobbero come proprio punto di riferimento il modello di vita indicato dal Cortegiano di Baldassare Castiglione.

Bella, anche se non di eccezionale bellezza, ma decisamente attraente, donna garbata e di fascino, un fascino che le derivava soprattutto dall'intelligenza e l'acutezza del suo dire e del suo agire, Isabella , come altre donne poste dalla vita al governo di uno Stato, seppe allacciare e mantenere alla pari rapporti di amicizia con i più eminenti uomini del suo tempo: duchi, principi , re.... , studiosi, artisti, poeti... e, contraddistinta da un tatto e da un buon senso, che invece, mancavano al suo consorte, seppe tenere in mano le redini del governo sia durante la malattia di Francesco che dopo la sua morte, come reggente del figlio Federico. Negoziò con abile diplomazia con Cesare Borgia, che aveva spodestato il duca di Urbino, Guidobaldo da Montefeltro, marito della a lei assai cara cognata Elisabetta e non esitò a chiedergli il Cupido di Michelangelo ch'egli aveva rubato durante la presa di Urbino. Ottenne che uno dei suoi sette figli, Ercole, divenisse Cardinale e che il marchesato di Mantova venisse elevato a ducato. Divenne un modello di comportamento e di eleganza in tutta Europa. Del resto, i suoi avi erano d'illustre casato e avevano coperto ruoli di primo piano tra gli uomini di Stato di allora: Ercole I d'Este di Ferrara il padre, Eleonora d'Aragona, figlia del re di Napoli, la madre. Sua sorella fu Beatrice d'Este sposa di Ludovico Sforza, duca di Milano.

La piccola Isabella, che a soli 6 anni era già stata fidanzata con un adolescente di 14, Francesco Gonzaga, viveva in un ambiente, quello di Ferrara, allora ritenuto il più brillante d'Italia, affollato di studiosi poeti artisti...e lei stessa era già un prodigio di intellettualità. E come si conveniva ad ogni fanciulla appartenente alla casta dei privilegiati, la sua educazione continuò negli anni a venire ed Isabella si dice che eccellesse in tutto: ricamo, danza, musica... Dicono che danzasse come se avesse le ali ai piedi, che scrivesse versi, che si intendesse di musica e di strumenti musicali, prediligendo quelli a corda, come il liuto ed il clavicembalo che suonava alla perfezione, a quelli a fiato, che considerava associati piuttosto al vizio, che conoscesse egregiamente il gioco degli scacchi....Era chiara di carnagione, i suoi capelli lucevano come oro, uno sguardo di luce brillava nei suoi occhi neri. Il fidanzato, Francesco Gonzaga, era diverso da lei fin nell'aspetto: bruno, dai folti capelli neri, amante della caccia e della guerra e delle donne. Coraggioso sì, ma poco accorto in guerra; infedele nel matrimonio, ebbe presto un'amante fissa. Isabella, come alcune altre prestigiose sovrane di ogni tempo, fingeva di non vedere e continuava la sua vita peraltro ricca di attività e di movimento, di incontri e di viaggi. E, da persona eccellente qual era, intensificò la sua dedizione alle arti alla letteratura agli amici, senza mai cessare di assistere con i suoi preziosi consigli Francesco, marito infedele e uomo di stato non sempre all'altezza della complessità dei suoi compiti; questo lei fece forse anche per evadere dal vuoto d'amore della sua vita di donna e dalla delusione di sposa. Isabella trovò tuttavia un rifugio sicuro nella profonda amicizia che legò lei, di carattere allegro e brillante e di vivo interesse per le arti e la letteratura, alla sorella Beatrice, meno appassionata al mondo della cultura e dell'arte, e alla cognata Elisabetta di indole seria e riservata e di salute piuttosto cagionevole.
E poi c'era la passione dominante della sua vita: raccogliere manoscritti, statue , quadri, oggetti di oreficeria... c'erano gli amici e i conoscenti e gli esperti da incontrare e con i quali trattare, affinché l'aiutassero a reperire delle rarità, c'erano gli eruditi da assumere: Manunzio che stampasse edizioni scelte dei classici, traduttori dal greco antico che traducessero Plutarco, un ebreo che traducesse i Salmi in modo da conservare il loro originario valore artistico....E mentre radunava intorno a sé studiosi e artisti e accumulava libri e tesori d'arte, pur leggendo, conoscendo e rispettando i classici e soprattutto Platone, i suoi gusti personali la orientavano piuttosto verso il romanzo cavalleresco, verso lo stesso suo tempo, quello di Ariosto e poi anche di Tasso.

Ma Isabella, donna dalla vasta cultura non fu mai un'intellettuale, né l'interesse e l'attenzione verso ogni forma di conoscenza e di creatività le impedirono di restare donna, attraente e raffinata, ché anzi amava molto le cose belle, i gioielli, gli abiti alla moda, gli arredi.

Come da costume assai diffuso ai suoi tempi, s'interessava all'astrologia e teneva conto per le sue decisioni del "consiglio" delle stelle. I nani le piacevano e la divertivano tanto che li voleva presenti nel suo seguito e che per loro fece costruire di dimensoni adatte alla loro statura nel suo palazzo. Cani e gatti non mancavano mai nelle sue stanze. Per loro, i funerali erano solenni!

Il palazzo ducale, che univa edifici di varie epoche e che all'esterno appariva un pò simile ad una fortezza, aveva stanze ammobiliate con eleganza, delle quali quelle adibite ad essere da lei abitate Isabella usava cambiare a seconda delle varie ore del giorno e delle occupazioni cui si dedicava.

E, nonostante la situazione finanziaria non le concedesse sufficienti mezzi per arricchire le sue collezioni, tuttavia possedeva sculture di Michelangelo, quadri di Mantegna e Perugino...Non il denaro, il più delle volte, ma tante lodi furono sufficienti come ricompensa delle opere che gli artisti le fornivano! Ma talvolta, volendo procurarsi opere di pregio, le lodi non furono sufficienti e così, per esempio nel caso di Il passaggio del mar Rosso di Jan van Eyck, per acquistarlo fu costrettta a ricorrere ad un grosso debito.

Isabella aveva 55 anni, quando Tiziano le fece un ritratto oggi perduto, del quale resta la copia di Rubens, dove la duchessa di Mantova ci appare come una donna ancora attraente. Di fatto, nonostante il suo dover sostenere l'invalidità di Francesco, governare per lui prima per il figlio dopo, mantenere le redini di un intricato gioco diplomatico tra gli Stati ed i principi, fino alla fine dei suoi giorni Isabella divertì ,adulò, avvinse tutti e mantenne la sua vivacità, la prontezza della sua intelligenza, l'equilibrio e la saggezza delle sue scelte.

Durante il sacco di Roma del 1527 si trovava tra i cardinali di Clemente VII, i quali, con la scusa di volerla trattenere perché dirigesse dei salotti, di fatto la tenevano prigioniera. Essendo riuscita a fuggire, grazie alle sue abituali capacità, ospitò poi e protesse nel suo palazzo circa 2000 persone. Il suo palazzo non fu nè assediato nè tanto meno saccheggiato!

Isabella ottenne invece la tanto desiderata carica cardinalizia per il figlio Ercole!

Isabella d'Este, definita da Pietro Bembo la donna più saggia e più fortunata fra tutte, aveva 64 anni quando morì. Oggi è ancora sepolta nella Cappella dei Signori nella chiesa di San Francesco, a Mantova.

© rosalia de vecchi

 

 

 
 
 

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