mercoledì 6 maggio 2015

Elena da Persico



Il 17 luglio dell’anno 1869 nasceva, da nobile famiglia, a Verona, Elena Da Persico.
Giornalista, scrittrice e politica italiana, promosse e realizzò opere sociali in difesa e a favore delle donne; fondò, nel 1921, l'istituto secolare delle Figlie della Regina degli Apostoli, le cui prime sedi sorsero a Venezia, Mantova e Trieste e le più recenti si trovano oltre che in Italia, Francia e Inghilterra, anche in Brasile.

Dotata di profondità di sentire e di desto intelletto, già molto giovane conosceva sei lingue. La sua formazione l’abilitava all’insegnamento elementare, ma volle dedicarsi all’attività letteraria: scrisse romanzi e collaborò ad alcune riviste. La morte del padre e le sopraggiunte ristrettezze economiche le imposero di lavorare per contribuire al mantenimento di se stessa e della famiglia, ma preferì sempre dedicarsi all’attività giornalistica e, per necessità, anche a quella di traduttrice dal francese e dal tedesco. Si rifiutava in modo netto di prendere in considerazione qualunque proposta di matrimonio le si offrisse e che la madre sostenesse, cercando di persuaderla a risolvere in questo modo “tradizionale” i problemi di natura economica. Rispondeva che avrebbe sposato soltanto un uomo dedito come lei alla soluzione dei grandi problemi sociali. Nel contempo s’impegnava nello studio di argomenti filosofico- religiosi fino a decidere, infine, di consacrare la propria vita a “illuminare “ le coscienze delle donne e fece anche voto di verginità. Diresse “Azione Muliebre", il primo periodico cattolico femminile, con il quale cercò di sensibilizzare ogni singola donna, qualunque fosse la propria estrazione socio-culturale, l’età e/o la situazione individuale, all’auto consapevolezza, alla propria formazione culturale e alla maturazione della coscienza dei propri diritti civili e dell’importanza fondamentale del proprio ruolo sociale, dalla famiglia alla scuola, dal lavoro alla politica. Pertanto si prodigò a favore della difesa dei diritti della donna, combattendo contro lo sfruttamento del lavoro femminile, partecipando a scioperi e ad azioni volte a chiedere e a promuovere la riduzione delle ore di lavoro, la legittimità del riposo festivo e la dignità della giusta retribuzione. L’attività giornalistica svolta da Elena Da Persico assume valore anche per ciò che riguarda l’osservazione e l’analisi della disparità uomo-donna evidenziate nelle varie situazioni sociali. Uno dei motivi di lotta che costantemente animò la sua attività fu quello del diritto di voto alle donne. Non ammetteva compromessi in questo campo, anzi volle iscriversi al Partito Popolare di Don Luigi Sturzo, il cui programma prevedeva come uno degli obiettivi principali il voto alle donne, per assumersi in prima persona anche sul piano politico oltre che giornalistico e quindi della diffusione delle idee, l’impegno alla difesa e alla realizzazione di questa equità civile. La sua sincera e profonda educazione cristiana armonizzò con le sue istanze sociali, rendendola ancor più sensibile e aperta nei confronti di molti settori della vita pubblica. Collaborò infatti con la "Società internazionale per la protezione della giovane" di Friburgo e partecipò alla prima Settimana Sociale dei cattolici con una propria relazione dal titolo "La questione femminile in Italia e il dovere della donna cattolica nei tempi presenti". E’ rilevante notare che Elena Da Persico non trascurò di difendere la parità delle donne anche all’interno del movimento cattolico, convinta come si conviene a chi del cristianesimo comprende e pratica la parte più vitale, dell’importanza che sia le donne a se stesse che la società alle donne riconoscano il ruolo indispensabile dell’assunzione femminile di responsabilità in una società che tale sia non solo di nome ma nella realtà quotidiana. Per questo volle anche dedicarsi alla stesura dello Statuto della nascente unione delle donne cattoliche in Italia, essendo essa stessa tra i fondatori sia dell’ “Unione femminile cattolica” che dell’ “Unione Popolare Italiana”. Per quanto riguarda l’istituzione delle Figlie della Regina degli Apostoli, a parte l’aspetto più propriamente religioso, qui ora si vuole mettere in evidenza l’operato etico - sociale cui diede vita Elena Da Persico, il quale, nato da un’ispirazione apostolica e quindi nel suo volersi configurare come dedizione di sé a servizio dei propri fratelli, di fatto risponde ad esigenze reali della società, esigenze presenti nella società del primo novecento ma, malgrado le conquiste politiche e teoriche ottenute, ancor gravemente presenti
oggi. Approvate dalla Santa Sede solo l'8 dicembre del 1954, le Figlie della Regina degli Apostoli nascevano dall’anelito principale di Elena: la “contemplazione dell’azione a servizio dei fratelli”, restare cioè in intima unione col Cristo, vivendo fino in fondo la molteplicità degli impegni, assumendosene la responsabilità e rinnovando l’agire dentro la realtà. Accogliendo donna o uomo, vecchio o bambino di qualunque etnia religione cultura e rispondendo ai reali bisogni di ognuno l’istituzione, come anche i numerosi Convegni che la "Fondazione Elena da Persico" ha promosso su tematiche e problemi di grande attualità, opera non solo per corrispondere ai bisogni umani quali di volta in volta si presentano ad uno sguardo sensibile ma anche e soprattutto vuole continuare ad essere agente promotore di sviluppo sociale e culturale, quale la sua fondatrice ha promosso con il proprio esempio.
Elena Da Persico, che viene anche ricordata come donna di grande signorilità che mai amò alcuna forma di esibizionismo rifuggendone sempre, oggi guardata da ambienti cattolici come degna di beatificazione, morì il 15 luglio 1948 ad Affi in provincia di Verona e nella nostra memoria si colloca, con l’esempio della sua vita e del suo pensiero, nel quadro di valore inestimabile, pur nelle sue poche ma intense e luminose pennellate, che rappresenta le infinite, profonde volontà dell’Io umano quando vibra nella sensibilità dell’animo femminile.

 © rosalia de vecchi







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